Il primo a pubblicare le Parole Incrociate fu lui: Giuseppe Airoldi, impiegato del Comune di Lecco. Era il 14 settembre del 1890, una domenica, e il nuovo gioco – presentato proprio con quel nome e con definizioni numerate verticali e orizzontali – uscì senza firma sul “Secolo Illustrato” di Milano.
Solo ventitré anni dopo il giornalista Arthur Wynne, un inglese trapiantato in America, propose sul “Fun” (supplemento del “New York World”) il “Word-Cross Puzzle” che lo rese famoso come padre del passatempo enigmistico più amato e diffuso nel mondo. Un titolo usurpato? In molti, in Italia e tanto più ai piedi del Resegone, non ebbero dubbi quando nel 1960 si scoprì finalmente l’identità del profetico precursore di fine Ottocento. La fiammata di notorietà postuma, tuttavia, non bastò a ribaltare la situazione in favore di Airoldi.
A oltre un secolo dalla morte – che lo colse a Lecco a cinquantatré anni, nel 1914 –, oggi questo personaggio ingiustamente dimenticato esce finalmente dall’ombra grazie a “L’uomo delle Parole Incrociate”, un libro di Giorgio Spreafico pubblicato da Teka Edizioni e già in distribuzione. Un romanzo, ma ancorato a una approfondita ricerca storica. Ripercorre dieci anni di vita e di attività di Giuseppe Airoldi come cultore e divulgatore di quella che, con riferimento all’episodio mitologico della Sfinge di Tebe, è stata definita “l’arte di Edipo”. Un percorso che si dipana tra il 1881 e il 1891 e che spiega come questo pioniere dell’enigmistica moderna giunse a proporre un gioco che segnò una svolta rispetto agli altri del suo tempo.
A nutrire il racconto con un intreccio di vicende consegnate alle cronache dell’epoca – e che perciò fanno della città molto più di un semplice sfondo – è la Lecco dei mercati e del porto, delle filande e delle officine, dei primi scioperi operai, delle battaglie tra garibaldini e cattolici, del nascente alpinismo e dei freschi echi manzoniani, di Cermenati e dell’abate Stoppani, del poeta Ghislanzoni (il librettista della celebre “Aida” di Verdi), del leggendario oste Davide e degli Scapigliati, dei compositori Ponchielli e Gomes.
La storia tesse però una tela che conduce anche lontano: a Torino, in Liguria, in Veneto, a Roma, a Milano e in terra bergamasca. Un sorprendente viaggio nel passato che ha come segnavia i geniali rompicapo pubblicati dai giornali di allora, riproposti perché capaci di sfidare e divertire anche i lettori dei nostri giorni.
Giorgio Spreafico vive a Lecco, dove è nato nel 1954. Più volte premiato per la sua attività di giornalista e scrittore, è autore anche di “Orme su vette lontane” (2002), “Enigma Cerro Torre” (2006), “Il prigioniero dell’Eiger” (2008), “Torre Egger solo andata” (2010), “Cerro Torre. La sfida” (2013), “La bici di Coppi e la sfida del Ghisallo” (2014) e “La scala dei sogni” (2015). Insieme al fratello Antonio ha pubblicato “Luce” (2013) e “L’ultima bolla” (2014).
Giuseppe Airoldi, nato a Castello (allora Comune autonomo) nel 1861, è stato anche giornalista, musicofilo e filodrammatico. Dopo aver costituito il gruppo degli “Enigmofili di Lecco”, ha fondato e diretto nel 1885 il mensile sciaradistico “La Palestra Enigmatica”. La sua città lo ricorda con la “Fontanella della Sfinge” realizzata nel 1961 nei giardini di Palazzo Belgiojoso e recentemente restaurata.
Il libro è disponibile in tutte le librerie di Lecco e sul sito www.tekaedizioni.it dal 30 novembre.