Premio Manzoni al Romanzo Storico, domani sera la finale

A contendersi la 13^ edizione del Premio Manzoni al Romanzo Storico saranno i romanzi Eraldo Baldini, di Valerio Callieri e di Gianfranco Calligarich

27 Ottobre 2017
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Sabato 28 ottobre alle ore 21, all’auditorium Casa dell’Economia a Lecco, si terrà la serata finale del Premio Letterario Internazionale Alessandro Manzoni Città di Lecco al Romanzo Storico, organizzato da 50&Più Confcommercio Lecco, in collaborazione con il Comune di Lecco e il Centro Nazionale Studi Manzoniani.

A contendersi la tredicesima edizione del Premio Manzoni al Romanzo Storico saranno i romanzi “Stirpe selvaggia” di Eraldo Baldini (Einaudi), “Teorema dell’incompletezza” di Valerio Callieri (Feltrinelli) e “La malinconia dei Crusich” di Gianfranco Calligarich (Bompiani). A esaminare le diverse candidature e a votare la terna è stata la Giuria Tecnica, composta da Ermanno Paccagnini (presidente), Alberto Cadioli, Gian Luigi Daccò, Gianmarco Gaspari, Luigi Mascheroni, Stefano Motta, Mauro Novelli, Giovanna Rosa.

Sabato 28 ottobre i tre autori presenteranno i loro romanzi al pubblico stimolati dalle domande e dalle riflessioni di Ermanno Paccagnini e di Stefano Motta. Ma a decretare il vincitore sarà una Giuria Popolare: le buste contenenti i voti saranno aperte in diretta durante la serata alla presenza del notaio Federica Croce. La Giuria Popolare è composta anche quest’anno da 100 lettori, segnalati dalle librerie Cattaneo di Lecco e Oggiono, Ibs-Libraccio di Lecco, Libreria Volante di Lecco, Parole nel Tempo di Lecco, Perego Libri di Barzanò e La Torre di Merate, e dalle biblioteche comunali di Valmadrera-Civate e di Costa Masnaga.

La manifestazione è a ingresso libero, fino a esaurimento posti. Il Premio Manzoni 2017 vivrà poi il momento della assegnazione del Premio alla Carriera il 10 novembre: a ricevere il riconoscimento sarà lo scrittore e archeologo Valerio Massimo Manfredi.

I finalisti

Stirpe selvaggia di E. Baldini
San Sebastiano in Alpe, paese dell’Appennino romagnolo, 1906. Quando il Wild West Show fa tappa a Ravenna, la madre di Amerigo decide di portare il figlio a conoscere suo padre. Buffalo Bill però non accetta di incontrarlo e questo rifiuto spinge il già inquieto Amerigo a schierarsi per sempre “dalla parte degli indiani”. Con Mariano e Rachele si dipinge il viso, e scorrazzando per i boschi sogna di fare la rivoluzione. Ma la Storia divide le strade di questi amici inseparabili, travolti dalle burrasche del Novecento: le lotte di classe, il fascismo, le guerre mondiali. Con grande potenza evocativa, Baldini mette in scena un protagonista struggente come un eroe romantico, eppure modernissimo. Diviso, come ognuno di noi, tra l’affermazione di sé e la rinuncia, tra la solitudine e il bisogno d’amore.

Teorema dell’incompletezza“, V. Callieri
Due fratelli indagano sulla morte del padre, ex operaio Fiat ucciso nel 2004 nel suo bar di Centocelle durante una rapina. A raccontare è il fratello di trent’anni, il più giovane, ed è lui che scopre una misteriosa dedica in codice sul retro di una cornice. Da quel momento si aprono le porte sul passato insospettabile del padre. Dietro all’uomo confinato al tifo sportivo emerge uno sconosciuto segnato da segreti e contraddizioni che affondano negli anni della contestazione e della lotta armata. Il fantasma del padre appare in forme e visioni sempre più allucinate per dire la sua storia e mostrare una strada verso la possibile verità sul suo omicidio. I due fratelli – che da anni non si parlano e sono schierati ideologicamente su versanti opposti – sono costretti a collaborare, tuttavia diffidano l’uno dell’altro, si rinfacciano colpe, si passano alcune informazioni ma ne omettono molte altre. Valerio Callieri, al suo esordio, costruisce un romanzo carico di tensione, conflitti e colpi di scena, eppure vivo del desiderio di ridere e amare. Un’indagine che mira dritto al cuore dei nostri ieri e dei nostri domani.

La malinconia dei Crusich“, G. Calligarich
La luna sull’acqua, la notte, e uno sguardo di malinconia che spazia sul mondo, la nostalgia per qualcosa che forse è stato perduto o forse non si raggiungerà mai. È il bagaglio che porta con sé Luigi Crusich, partito da Trieste per approdare a Corfù dove mette al mondo sei figli. Il primogenito, Agostino, sarà destinato alla luce dell’Africa e poi alla Milano fervente della ricostruzione; toccherà al figlio Gino Crusich cercare un altro sguardo sul mondo attraverso l’obiettivo di una macchina fotografica, percorrere il Sud d’Italia e poi toccare un altro Sud, quello dell’America. Infine l’eredità della malinconia toccherà a Uberto Crusich, veterinario sul Lago Maggiore. Con una scrittura sempre tesa, senza cedimenti né di stile né di ritmo, Calligrich tratteggia la storia di un uomo che cerca di avere un altro sguardo sul mondo attraverso l’obiettivo di una macchina fotografica. Una narratività della quale restare prigioniero, per quel suo portarti dentro, facendoti “vedere” ciò che racconta.

Albo del Premio Manzoni al Romanzo Storico
• 2005 – Prima edizione: Vincitore Antonia Arslan, “La masseria delle allodole” (Rizzoli)
• 2006 – Seconda edizione: Vincitore Grazia Livi, “Lo sposo impaziente” (Garzanti Libri)
• 2007 – Terza edizione: Vincitore Salvatore Niffoi, “Ritorno a Baraule” (Adelphi)
• 2008 – Quarta edizione: Vincitore Giuseppe Conte, “L’adultera” (Longanesi)
• 2009 – Quinta edizione: Vincitore Giuseppe Pederiali, “La vergine napoletana” (Garzanti Libri)
• 2010 – Sesta edizione: Vincitore Marta Morazzoni, “La nota segreta” (Longanesi)
• 2011 – Settima edizione: Vincitore Alessandro Barbero, “Gli occhi di Venezia” (Mondadori)
• 2012 – Ottava edizione: Vincitore Boris Pahor, “Figlio di Nessuno – Un’autobiografia senza confini” (Rizzoli)
• 2013 – Nona edizione: Vincitore Beatrice Masini, “Tentativi di botanica degli affetti” (Bompiani)
• 2014 – Decima edizione: Vincitore Fausta Garavini, “Le vite di Monsù Desiderio” (Bompiani)
• 2015 – Undicesima edizione: Vincitore Massimo Zamboni, “L’eco di uno sparo” (Einaudi)
• 2016 – Dodicesima edizione: Vincitore Andrea Tarabbia, “Il giardino delle mosche” (Ponte delle Grazie).

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