Sono sempre più inquietanti i particolari che emergono di giorno in giorno sulla vicenda che sta coinvolgendo l’ospedale di Saronno, dove un medico anestesista, Leonardo Cazzaniga, e un’infermiera, Laura Taroni, amanti nella vita, avrebbero ucciso il marito e la madre di lei e una serie di altri pazienti del nosocomio varesotto attraverso dosi eccessive di farmaci.
Il sovradosaggio era apparso anomalo ad alcuni colleghi medici e infermieri che, denunciata la situazione ai superiori, erano stati minacciati di morte da Cazzaniga, vice primario del reparto.
Le indagini sulle morti sospette riguardano anche il primario del Pronto soccorso, ovvero il dottor Nicola Scoppetta, che avrebbe “sottovalutato le denunce interne riguardanti la condotta del medico” e “aiutato il medesimo a eludere le investigazioni delle autorità”. Non solo: il primario “dissuadeva anche gli infermieri dal presentare denuncia e, contro ogni evidenza scientifica, giudicava corretto l’operato di Cazzaniga sotto il profilo professionale e deontologico” e ha chiuso l’indagine interna nei confronti dell’anestesista dopo poche settimane.
Nel registro degli indagati, assieme al primario, sono stati iscritti altre 13 persone tra medici, infermieri e dirigenti dell’ospedale.