In caso di elezioni politiche anticipate, Roberto Maroni non esclude che anche la Lombardia possa tornare al voto, anche se si dichiara convinto che c’è oltre il 90 per cento di possibilità che si vada alla “scadenza naturale” della legislatura, nel 2018. Se ci sarà il voto politico anticipato quindi – ha detto il presidente della Regione Lombardia in conferenza stampa all’ospedale Niguarda – “io preferirei l’abbinamento (delle elezioni regionali, ndr) con le Politiche, come nel 2013. Per scaramanzia, ha portato fortuna”, ma “non è automatico che se c’è il voto anticipato andiamo al voto anche noi”, perché questa “è una valutazione che mi riservo di fare assieme alla mia maggioranza”. Sempre nel caso di voto anticipato, “possiamo fare anche il referendum” consultivo sull’autonomia, ha aggiunto Maroni, che ha spiegato il motivo dell’emendamento da lui proposto e approvato oggi in Commissione che introduce “una modifica tecnica che ci consentirebbe in caso di elezioni politiche anticipate di metterci anche l’election day, risparmiando soldi ed evitando di mandare al voto i lombardi due volte in due mesi. Sono contento -ha aggiunto – che la Commissione l’abbia approvato” anche con voti dei 5 Stelle. La valutazione da cui è partito presentando l’emendamento, ha spiegato, è che “legge sul referendum regionale consultivo dice che se ci fosse lo scioglimento anticipato del Consiglio il referendum slitta”. Ma questa avrebbe come conseguenza “assolutamente incredibile” di non poter evitare “di mandare al voto per il referendum due volte i cittadini in tre mesi”.