I Genghis’s Panda sono tornati tutti a casa. Perché mentre Marzio Invernizzi, Leonardo Caprio e Lorenzo Biraghi – studenti del Politecnico lecchese che avevano preso parte alla corsa di beneficenza – sono rientrati già in estate, dopo aver percorso gli oltre 15mila chilometri, l’utilitaria è stata spedita, via Transiberiana, in Estonia.
Da lì il team ha proseguito attraversando le repubbliche baltiche, poi Varsavia, Bratislava, l’Austria, il Brennero, Conegliano da un’amica e, infine, il Lago di Como. Ma la voglia di viaggiare, anche dopo una ventina di confini superati in due continenti, non è ancora terminata: “L’unica cosa che ci chiediamo è quando torneremo in sella ad annusare l’odore di Panda”.
Ecco il racconto: “Siamo partiti venerdì pomeriggio per Paldiski, dove abbiamo ritrovato la nostra vettura compagna di tante avventure e martedì siamo tornati a Lecco. Il capitolo Mongol rally ora è ufficialmente terminato, ma abbiamo un sacco di idee”. Riportando l’auto in Italia i tre giovani hanno dovuto affrontare di tutto: “Prima di tutto abbiamo effettuato una valutazione sommaria dei danni del viaggio in treno: una serratura scassinata, il lucchetto del baule sfondato e i porta taniche piegati. Tutto sommato poteva andare peggio. Ma la goduria è stata quando abbiamo girato la chiave: al primo colpo è partita senza un problema”.
Ora c’è una festa da organizzare per celebrare il viaggio terminato. “Se qualcuno volesse proporsi ci scriva sulla nostra pagina Facebook o su genghispanda@gmail.com”.