Il consigliere regionale di Ncd Mauro Piazza interviene sulle dimissioni dell’ex candidato sindaco Alberto Negrini. Dicendosi dispiaciuto, ma appoggiando la sua scelta.
“Che Alberto Negrini lasci il Consiglio comunale di Lecco è notizia che non mi fa piacere, anzi – scrive Piazza – e non lo dico per il chiarimento e il riavvicinamento che abbiamo avuto dopo il voto, confermando la mia convinzione di una sua nota autentica, appassionata, quasi visionaria, che ha accompagnato la sua scelta di candidarsi a Sindaco”.
Quindi una riflessione sul fatto che Negrini “avrebbe potuto esercitare un ruolo di stimolo pubblico verso questa soporifera amministrazione che sta trasformando il Comune in un’anticamera di lusso dove Brivio attende prossimi e più prestigiosi incarichi e in un gioco di società a spese del contribuente per le passerelle mediatiche e buffe di qualche smanioso pretendente al trono”.
Tuttavia alla fine arriva l’annuncio delle dimissioni e Piazza si schiera con lui, senza criticarlo, ma appoggiando la sua scelta.
“Ho sollecitato Alberto ad un ruolo tribunizio, di agitatore delle idee, che è il diritto di visibilità garantito dal ruolo noioso e marginale di Consigliere. E poi, ogni volta che lo trovavo sulla stampa a parlare di commercianti, mi rendevo conto di quanto quella, infine, fosse la sua vera vocazione, che affonda i piedi nel negozio delle cose e non nell’ozio delle parole.
Tuttavia non sarò tra coloro che censurano la sua scelta, ma anzi dico che ci sta. E’ in linea con la natura della sua candidatura, tutta incentrata su un progetto di cambiamento radicale della città che certo mal si concilia con il ruolo di opposizione.
Certo, fare la minoranza serve. Certo, noi vecchie canaglie della politica, mai avremmo mollato il seggio, fedeli alla massima andreottiana di non lasciare mai una sedia vuota se non quando si hanno già le terga su un’altra. Siamo abituati alla Politica, appunto, a vincere, a perdere, a riprovarci, a mantenere a bollore le nostre idee, sia che si governi che no, a costruire e combattere, certi di fare la differenza quando possiamo mettere in pratica i nostri ideali, alla fatica, all’attesa, alla noia, all’entusiasmo, al tritacarne. Certo, non creda l’amico Alberto che sarebbe stato sufficiente vincere, avere buone motivazioni in tasca, rimboccarsi le maniche, per cambiare in un gesto il volto di Lecco, non creda che non avrebbe dovuto cimentarsi con quelle che lui chiama “le burocrazie degli uffici e della politica”. Al contrario quella sarebbe stata la prova più dura, più ignota, più dispettosa – ed io rimango convito, ed è il motivo vero per cui non l’ho votato, forse sbagliando – che la sua ciurma con poca arte e con l’unica dote del voto del partito di appartenenza non fosse per nulla adeguata alla bisogna.
Alberto ha provato con mano: la Politica è in fondo questo gesto di gratuità verso la propria comunità che lui ha saputo incarnare con autenticità e senza risparmio. E’ una forma di amore, il mettersi a disposizione, mettendo dietro molte cose della vita, anche importanti. E’ il senso civico di interessarsi di ciò che accade oltre l’uscio, senza cedere alla voglia di fregarsene e di rimanere comodi nel proprio tinello. E credo che non ci sia scandalo nel riconoscere che qualcuno lo sa fare meglio quando fremono i motori della campagna elettorale, e qualcuno lo deve fare al meglio anche quando si tratta di sorbirsi 5 ore di vacuo Consiglio comunale”.