La degustazione di prodotti inimitabili, la visita alle tradizionali grotte di stagionatura e il gran finale con la presentazione delle produzioni realizzate dai casari direttamente in alpeggio: l’ultimo fine settimana della prima edizione del Festival dei Formaggi d’autore ha proposto cinque appuntamenti di grande livello, rappresentativi dell’intera filiera lattierocasearia valsassinese. Un mondo produttivo che, proprio grazie alla sinergia tra alpeggi, allevamenti, casere e caseifici, nel coso dei secoli ha saputo creare formaggi di eccezionale valore oggi diffusi anche a livello internazionale.
Ad aprire il fine settimana conclusivo della rassegna, inserita nel progetto “Valsassina: la Valle dei formaggi”, la Gildo Formaggi che ha proposto una degustazione gratuita con lo chef Giovanni Ciresa e la visita alle grotte di stagionatura. Sabato è stata la volta della Ciresa Formaggi con l’evento “Sapori e natura: visita guidata e degustazione di fine estate”: degustazione di prodotti caseari ed escursione alla cascata di Troggia. Domenica si è tenuta la visita alle grotte di stagionatura della Cademartori e l’apertura dell’evento “#Food Porn: connessione di elementi tra passato e futuro” che sarà proposto dalla Carozzi Formaggi fino a domenica 3 settembre. Tutti gli eventi sono stati molto partecipati, con grande soddisfazione da parte dei caseifici che hanno raccolto numerose attestazione di stima per le loro attività e i loro prodotti.
Infine sempre domenica, presso l’agriturismo Trote Blu di Primaluna messo a disposizione dal sindaco di Introbio Adriano Airoldi, si è tenuto il “Festival dei formaggi d’alpeggio: evento di chiusura della rassegna, dove i grandi protagonisti sono stati i casari. «Abbiamo voluto rendere il giusto merito anche alle aziende agricole e agli alpeggi, attori fondamentali della nostra filiera. – spiega Giacomo Camozzini, ideatore del progetto – Lo abbiamo fatto facendo presentare direttamente ai casari le sette tipologie di formaggio caratteristici del nostri alpeggi. Ciascuno ha la propria specificità dovuta alle lavorazioni utilizzate, a differenti esperienze maturate e al tipo di foraggio presente negli alpeggi a cui si devono colorazioni e sapori unici. Questa è la nostra tradizione che continua da centinaia di anni e deve continuare con questa qualità, mantenendo viva una realtà fondamentale per la manutenzione e la promozione del nostro territorio e delle sue peculiari attività economiche. Sono molto soddisfatto perché ho visto tra i diversi alpigiani una grande serenità, disponibilità e voglia di collaborare. Ho visto soprattutto facce giovani: questo è il più grande stimolo a continuare con queste iniziative».
Sette le produzioni presentate: quartirolo di Monte (Monti di Pasturo), stracchino quadro (Alpe Biandino – Introbio), strachitunt (Alpeggi di Artavaggio – Moggio e Vedeseta), formaggi di capra (Alpe Dolcigo – Crandola Valsassina), grasso d’alpe (Alpe Piani di Bobbio – Brzio), semigrasso d’alpe (Alpe Pian delle Betulle – Margno; Alpe Ortighera – Crandola Valsassina) e bitto (Alpe Varrone – Premana).
Nel menù di giornata non poteva mancare la tradizionale polenta taragna, abilmente preparata dagli alpini di Cortenova che è stata accompagnata con salsiccia, salame cotto e naturalmente con gli inimitabili formaggi d’alpe.
Infine fino al 31 agosto è ancora possibile visitare la mostra “Strumenti, luoghi, immagini e gesta valligiane”, allestita presso la sala civica della Comunità Montana a Barzio. L’esposizione, curata da Paolo Vallara, racconta la grande tradizione lattierocasearia della Valsassina. In mostra immagini d’epoca, strumenti di lavoro e materiale promozionale con cui ripercorrere l’epopea delle aziende del territorio. Dagli incarti dei formaggi, alle insegne, passando per le campagne pubblicitarie è così possibile ripercorrere lo sviluppo della filiera casearia del territorio.
Aperta ogni giorno fino a giovedì 31 agosto dalle ore 15 alle 19.