Sbeffeggianti e irriguardosi, ma tristemente demagoghi e manettari, Cinque stelle e opposizioni (con sfumature) hanno cercato di distinguersi in Consiglio regionale buttandola in una farsa tragicomica. Forse vittime della prossima campagna elettorale di Milano. Ci sarebbe anche da ridere se non lo facessero coi soldi di tutti e se il tema sollevato non fosse drammatico.
Oggi (ieri, ndr) – legittimamente – hanno messo a tema la sfiducia a Roberto Maroni ma non avendo intaccato la maggioranza hanno organizzato la clac. La colpa: si è proposto come uomo del nuovo, della ramazza, ed invece alcuni dei suoi sono finiti nel vortice delle – sacrosante in alcuni casi – inchieste giudiziarie.
Chi ha sbagliato? Maroni a fidarsi, a non vigilare abbastanza? Per questo, bocca ai fischietti – come cobas o come direttori del traffico – hanno fatto sentire trombette e frifri tra i banchi del Pirellone: deve dimettersi. Hanno urlato, vestendo felpe di salviniana memoria. Anzi deve proprio andare subito a casa, lui e tutta la sua Giunta.
Qual è la sua colpa? Di cosa è reo? Perché Mantovani, altri suoi collaboratori ed ora Rizzi sono accusati a vario titolo di comportamenti che poco o nulla hanno a che vedere con quello di politici impegnati a ben governare. Dunque, per proprietà transitiva, anche Maroni ha fallito miseramente.
In questo modo hanno creduto di mettere la Riforma del sistema socio-sanitario lombardo sul banco degli imputati, quasi fosse la colpevole. Ed invece oggi è uscita dall’aula vociante in tutta la sua statura: se siamo stati capaci di lavorare e approvarla con queste premesse, farla leggere, approfondire e approvare dagli operatori sanitari, dalle organizzazioni, dai territori, dall’apparato e persino dalla politica, con due anni di gestazione, vuol dire che il lavoro fatto – che è stato immenso – ha portato il frutto sperato, voluto. Ma va applicato, altro che buttarla nel cestino.
Per questo abbiamo invitato pubblicamente a Maroni (riconfermandogli la fiducia) e a tutta la maggioranza di rilanciare l’azione politica e una Riforma che qualifica l’intero mandato. E su questo abbiamo chiesto d’intensificare la determinazione e la rapidità. Senza strumentalizzare le debolezze, come ha fatto invece qualcuno. La complessità, l’interconnessione e la profondità delle relazioni col territorio che la l.r. 23/2015 contiene chiedono una straordinaria decisione nell’applicazione.
L’interesse dei cittadini e niente altro dimostrerà la nostra buona fede e la sua capacità di governo della Regione.
Angelo Capelli
Capogruppo Ncd Regione Lombardia