Alberto Bonaiti sarebbe stato raggiunto da un avviso di garanzia emesso dalla Procura di Arezzo che sta indagando sul crac della Banca Etruria.
L’avvocato lecchese, come gli altri 22 destinatari, sarebbe reo di distrazione patrimoniale in merito ad alcune operazioni di finanziamento a imprese e società da parte dell’istituto di credito, ovvero di bancarotta fraudolenta. Al centro dell’inchiesta ci sarebbero alcuni dirigenti che avrebbero concesso finanziamenti e amministratori che li avrebbero deliberati negli organi della Banca.
Ora toccherà a Bonaiti e agli altri indagati spiegare le loro ragioni. Nel frattempo, il lecchese ha diramato la seguente nota: “In merito all’avviso di chiusura indagini, nelle quali risulto presente quale ex componente del penultimo Consiglio d’amministrazione della Banca, ho avuto modo di apprendere che l’attività oggetto di indagine – per quanto mi riguarderebbe – concerne l’approvazione collegiale di poche delibere risalenti al periodo 2008-2011. A giorni prenderò visione della relativa documentazione, così da poter compiutamente ricostruire i fatti, essendo comunque pienamente consapevole di aver sempre rispettato la legge”.