1° maggio, Maroni: “Serve una pressione fiscale più bassa”

Aprea: “Ha ancora senso festeggiare il lavoro, per la sua valenza educativa per i giovani e per la piena della realizzazione della persona, delle sue aspirazioni, del suo progetto di vita”

01 Maggio 2017
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“Ha ancora senso festeggiare il lavoro, per la sua valenza educativa per i giovani e per la piena della realizzazione della persona, delle sue aspirazioni, del suo progetto di vita”. Commenta cosi’ l’assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia, Valentina Aprea.

“Il superamento della contrapposizione tra capitale e lavoro, la destrutturazione dei modelli organizzativi fordista e tayloristico della fabbrica, delle catene di montaggio, il riconoscimento pieno e indiscutibile dei diritti dei lavoratori – rimarca l’assessore Aprea -, non significano che la Festa del 1° maggio abbia perso il suo senso oltre il retaggio culturale del secolo scorso. I nuovi modelli organizzativi del lavoro, che arrivano a smaterializzare anche il luogo fisico del suo svolgimento con formule come lo smartworking e il co-working, il possesso di competenze complesse che coniughino soft skills con competenze tecniche specialistiche da aggiornare continuamente, pongono nuove sfide e richiedono nuove forme di tutele, in grado di spostare i diritti dal posto di lavoro al mercato di lavoro. Da questa prospettiva e’ evidente il fallimento del Jobs Act, nella parte in cui si poneva proprio l’obiettivo di questo spostamento con la costruzione di un sistema di politiche attive in grado di accompagnare le persone da un lavoro all’altro. A fronte di una maggiore flessibilita’ in uscita, non ha saputo costruire un sistema di assistenza per coloro che perdono il lavoro o che lo cercano per la prima volta, come nel caso dei giovani”.

“La ricorrenza della Festa del lavoro – afferma l’assessore Aprea – puo’ consentirci di fare qualche serena riflessione, guardando i dati senza alcuna partigianeria, con il solo scopo dell’assunzione delle ripartite responsabilita’ costituzionali per costruire un mercato del lavoro piu’ sicuro ed inclusivo. Regione Lombardia e’ pronta a fare la sua parte, a cominciare dalla sperimentazione dell’assegno di ricollocazione, destinata a una platea di 30.000 disoccupati in tutta Italia, percettori del sussidio di disoccupazione da almeno 4 mesi, sebbene i primi risultati mostrino la necessita’ di interventi correttivi per aumentarne l’efficacia”.

“In Regione Lombardia – prosegue l’assessore Aprea -, su 4.142 potenziali beneficiari della sperimentazione dell’assegno di ricollocazione, solo 143 hanno chiesto di parteciparvi presentando domanda attraverso il sistema informativo di Anpal. Di questi, solo 96 si sono gia’ visti rilasciare l’assegno dal Centro per l’impiego competente; mentre in 43 casi e’ ancora in corso l’istruttoria. Invece, in 4 casi e’ in corso il procedimento di preavviso di rigetto. Soprattutto per noi – conclude l’assessore Aprea -, che con la nostra ‘Dote Lavoro’ abbiamo attivato piu’ di 100.000 lavoratori disoccupati lombardi in poco piu’ di due anni, con percentuali di placement superiori al 70 per cento, sono dati che non possono lasciare contenti e su cui dobbiamo riflettere assieme al Ministro del Lavoro. Siamo pronti a fare la nostra parte oltre la classica leale collaborazione che deve sempre
contraddistinguere i diversi livelli istituzionali previsti dalla nostra Costituzione. Proprio oggi, nel giorno della celebrazione del lavoro, e’ giusto assumerci questo impegno”.

“In Lombardia abbiamo avviato tante iniziative importanti a sostegno del lavoro, ma ci dovrebbe essere una pressione fiscale piu’ bassa ma questo non dipende da noi”. Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, al suo arrivo alla cerimonia di consegna delle Stelle al Merito del Lavoro, al Conservatorio di Milano.
Sullo scenario dell’occupazione, il Governatore non ha nascosto che “ci sono anche diverse situazioni che preoccupano, come quello della K-Flex, su cui bisogna intervenire ed e’ il Governo a doverlo fare. Ribadisco, bisognerebbe avere una pressione fiscale piu’ bassa e incentivare le aziende a rimanere sul territorio e non delocalizzare. Anche questo e’ uno degli obiettivi che vogliamo raggiungere attraverso il Referendum sull’Autonomia del 22 ottobre”.

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