C’è ancora un fitto velo di incertezza sulle ragioni che hanno spinto diverse pattuglie della Polizia di Stato, nella giornata di martedì, ad una serie di controlli e perquisizioni approfondite nello stabilimento Gilardoni di Mandello del Lario.
Il riserbo da parte delle forze dell’ordine è infatti totale, sebbene sia già filtrata la notizia che le ispezioni abbiano riguardato unicamente gli uffici e non il reparto produttivo, portando peraltro al sequestro di una massiccia quantità di documenti. Anche l’ispettorato del lavoro e l’azienda sanitaria (ora chiamata Ats) hanno partecipato al blitz, durante il quale nessuno dei dipendenti degli uffici ha potuto abbandonare il complesso industriale. Si può solo ipotizzare che alla base dell’azione della Polizia ci sia stata una o più segnalazioni da parte dei lavoratori della storica azienda che produce apparecchiature ad alta tecnologia, in particolare nell’ambito dei raggi X.
D’altronde le acque in casa Gilardoni appaiono piuttosto agitate già da un po’ di tempo: la difficoltà dei rapporti tra lavoratori e dirigenza ha travalicato i confini dello storico stabilimento ed è un fatto di dominio pubblico, come avevamo già segnalato, qualche settimana fa, in questo articolo. Ruoli scoperti da anni, poca chiarezza sulle mansioni e licenziamenti sin troppo frequenti sembrano essere tra le principali problematiche aziendali, tanto da aver portato anche ad un incontro tra i vertici societari e quelli dell’amministrazione di Mandello del Lario. Più recentemente si sono invece incontrati sindacati e prefetto, senza la partecipazione della dirigenza.