Valmadrera dice ancora “no” al teleriscaldamento

Domani un corteo di cittadini per dire #spegniamoilforno

05 Maggio 2017
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Valmadrera dice di nuovo “no” al teleriscaldamento e lo fa promuovendo un corteo fissato per domani, sabato 6 maggio, che partirà alle ore 16 dal parco del Fatebenefratelli e arriverà al parco di Caserta. Dalle ore 15 in poi saranno distribuiti gratis palloncini e mascherine antismog ai bambini.
Lo slogan sarà ancora una volta “#spegniamoilforno”.

PERCHÉ VOGLIAMO SPEGNERE IL FORNO INCENERITORE ENTRO IL 2024?

Perché il 2024 è l’anno di rientro dai precedenti investimenti e potremmo chiuderlo senza alcuna perdita.
Perché in 7 anni che ci separano dal 2024 c’è il tempo per portare avanti una seria raccolta differenziata.
Perché il nostro forno è un impianto situato nel centro abitato, confina con abitazioni e con uffici.
Perché non vogliamo bruciare il doppio di quello che produciamo, o i rifiuti di chi non vuole fare la raccolta differenziata.
Perché per smaltire una tonnellata di indifferenziato (sacco trasparente) paghiamo 20€ in più della media regionale.
Perché in Lombardia bruciamo il 37% dei rifiuti di tutta Italia.
Perché in Lombardia abbiamo una sovracapacità impiantistica di ca 700.000 tonnellate annue.
Perché l’Europa ci impone di spegnere i forni più vecchi e meno efficienti.
Perché sui 13 forni lombardi il nostro è tra i più vecchi; ed è il 7° più vecchio dei 42 impianti presenti in Italia.
Perché i forni emettono sostanze cancerogene; e dal 1981 ad oggi ne abbiamo già respirate abbastanza!

SIAMO STUFI, È COSÌ DIFFICILE DA CAPIRE?

Noi cittadini abbiamo paura per la nostra salute e quella dei nostri bambini. Bruciare i rifiuti non fa bene! In natura, nulla si distrugge, tutto si trasforma. Anche il forno produce rifiuti, nella misura del 20% di quello che entra. Va da sé che dal camino escono circa 75.000 tonnellate annue di nanoparticelle, diossine, PM10, PM2,5 ecc. che si disperdono nell’aria che respiriamo e si depositano nei campi che ci forniscono frutta e ortaggi.
Il teleriscaldamento implica una spesa complessiva di 80 milioni di euro che ci obbligherà ad importare rifiuti per i prossimi decenni per rientrare dagli investimenti – e nel frattempo guarderemo gli altri impianti chiudere.

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