“La Lombardia e’ una delle poche Regioni italiane ad aver attuato una rete oncologica, che rappresenta oggi una realta’ consolidata: un sistema di accessi diffusi nel territorio consente al cittadino di entrare nei percorsi di cura direttamente nel proprio luogo di residenza e di disporre di una valutazione multidisciplinare”. Lo ha detto l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera intervenendo alla presentazione nel volume ‘I numeri del cancro in Italia 2017’ organizzata a Palazzo Lombardia. La pubblicazione e’ stata realizzata dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), dall’Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM) e dalla Fondazione AIOM.
“Questo sistema – ha proseguito l’assessore Gallera – ha consentito di raggiungere risultati importanti in termini di qualita’ dell’assistenza. Non solo: la nostra Regione ha svolto un ruolo fondamentale nell’istituzione della Rete Nazionale dei Tumori Rari. E’ stato proprio l’Istituto Tumori di Milano, struttura di eccellenza e altamente qualificata del sistema sanitario lombardo, ad avviare il primo progetto per una Rete di questo tipo”.
In Lombardia nel 2017, e’ riportato nella ricerca, sono stati stimati 63.700 nuovi casi di tumore (33.150 uomini e 30.550 donne). I 3 tumori piu’ frequenti sono quelli del seno (8.950), colon retto (8.600) e polmone (7.200). La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi corrisponde alla media nazionale, raggiunge infatti il 63% fra le donne e il 54% fra gli uomini.
Ogni anno Italia vengono diagnosticati 89mila tumori rari, in Lombardia circa 14.500. Inoltre la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi e’ pari al 55%, inferiore rispetto alle neoplasie a alta incidenza (68%).
“Le evidenze scientifiche – ha sottolineato l’assessore Gallera – ci dicono che i migliori risultati in termini di sopravvivenza, adeguatezza delle cure e qualita’ di vita delle pazienti colpite da questa neoplasia sono direttamente proporzionali al numero di casi trattati per centro di cura. Per questo in Lombardia e’ stata realizzata una Rete regionale, formata da 38 Centri di Senologia, le Breast Unit, dove Team multidisciplinari sono in grado di offrire tempestivamente le migliori cure”.
In Regione Lombardia con due disposizioni (DGR 3003 del 9/1/2015 e il DDG 3711 del 3/4/2017) sono stati attivati percorsi di aggiornamento dei programmi di screening: per il tumore alla mammella e’ prevista una mammografia con cadenza biennale alla popolazione femminile tra i 50 e i 74 anni e mammografia con cadenza annuale alle donne tra i 45 e i 49 anni; per il tumore al colon retto, un test del sangue occulto nelle feci con cadenza biennale ai cittadini tra i 50 e i 74 anni; per il tumore alla cervice uterina, un Pap test con cadenza triennale alle donne tra i 25 e i 33 anni e un HPVdna test con cadenza quinquennale tra i 34 e i 64 anni.
La Lombardia presenta – si legge nel Volume – alcune fra le percentuali piu’ alte in Italia di adesione ai programmi di screening organizzati (‘Gli screening oncologici in Lombardia, report dati 2015 e dati 2016′). Dal 2007 lo screening colonrettale (test del sangue occulto nelle feci) e’ a sistema su tutto il territorio. L’adesione nel 2016, pari al 49%, conferma il trend dello screening colon-rettale in Lombardia, superiore alla media nazionale (36% nel 2016). Nella Regione le donne aderiscono piu’ degli uomini (51% vs. 44%) e il tasso cresce all’aumentare dell’eta’. Il test utilizzato in tutti i programmi di screening mammografico e’ la mammografia bilaterale in doppia proiezione, in tutti i casi la lettura dell’esame avviene grazie alla refertazione di ogni radiogramma da parte di due radiologi. L’adesione in Lombardia e’ stata pari al 67% nel 2016: il valore e’ al di sopra della media nazionale (44% nel 2016).