Siria, guerra senza rifugio. Se ne parla questa sera

Giovedì 23 maggio, alle 21.00, incontro di approfondimento con Duccio Facchini

23 Maggio 2019
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Si terrà nella serata di giovedì 23 maggio il primo dei due incontri di approfondimento proposti dagli organizzatori della mostra fotografica “Dal Medio all’Oriente”, inaugurata venerdì 17 maggio presso lo spazio Oto Lab di via Mazzucconi, a Lecco.

Protagonista di questo primo incontro sarà il giornalista Duccio Facchini, che affronterà alcuni delicati temi legati alla situazione in Siria. «Dal 2011 oltre 400mila persone sono morte durante il conflitto scoppiato nel Paese – sottolinea Facchini -. I rifugiati siriani al di fuori dei confini nazionali sono quasi 5,7 milioni. Una tragedia umanitaria segnata anche dal fenomeno degli sfollati interni dovuti a disastri ambientali e dalla distruzione degli insediamenti. Il ruolo dell’Europa e le rotte degli asilanti».

Duccio Facchini, nato a Lecco nel 1988, è giornalista professionista e dal 2012 scrive per il mensile Altreconomia. Per la casa editrice Altreconomia ha pubblicato inchieste e saggi. L’ultimo s’intitola “Alla deriva. I migranti, le rotte del Mar Mediterraneo, le Ong: il naufragio della politica, che nega i diritti per fabbricare consenso” (2018).

Proprio alla Siria è dedicato il lavoro di Pietro Sala, che insieme a “Giorni in Birmania” di Federico Wilhelm ha dato vita alla mostra “Dal Medio all’Oriente”

«Le foto che espongo – racconta Pietro Sala – sono riferite ad un viaggio in Siria organizzato con l’Associazione ex alunni Liceo Classico A-Manzoni di Lecco nel maggio 2010. La data è significativa ed importante; infatti il 2010 è l’anno precedente lo scoppio della guerra in Siria, iniziata il 15 marzo 2011, sull’onda della Primavera araba, l’insieme di proteste e rivolte di piazza che tra la fine del 2010 e l’inizio del 2011 hanno mosso il Medio e Vicino Oriente e il Nord Africa, alla ricerca di una democratizzazione contro gli autoritarismi. Una guerra che tuttora continua ed ha distrutto la Siria. Parlano le cifre: quasi mezzo milione di morti, sei milioni di rifugiati all’estero, sei milioni e mezzo di sfollati interni, otto persone su dieci sotto il livello di povertà; un patrimonio storico ed artistico danneggiato o distrutto, in particolare Aleppo e Palmyra. Le foto esposte vogliono documentare, per quanto possibile, luoghi e persone prima di questa grande tragedia; persone, soprattutto bambini, dignitosi e fieri pur nella loro povertà; luoghi, testimoni di un grande passato, ricchi di storia e di fascino. A testimonianza e memoria delle distruzioni portate dalla guerra, ho voluto esporre, a fianco delle mie foto, pochi ma significativi documenti delle distruzioni fisiche e morali del conflitto».

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