“Tra una settimana al governo Gentiloni piacerebbe portare a compimento il progetto di distruzione della scuola pubblica pomposamente chiamato Buona Scuola. Per dire No alla pessima riforma partorita da Renzi, venerdì 17 Usb, insieme a Cobas, Unicobas, Anief e Federata, proclama lo sciopero generale del settore e farà sentire in tutte le piazze la propria voce”.
Così Francesco Carroccio della Usb di Lecco annuncia l’adesione alla protesta contro la riforma della scuola. Oltre a Lecco, indette mobilitazioni anche a Roma, Torino, Bologna, Napoli, Bari, Cagliari, Palermo, Catania e in tutte le altre città.
Ecco di seguito le motivazioni dello sciopero:
Perché questo governo sia costretto a prendere atto che il NO del 4 dicembre, al quale i lavoratori della scuola hanno dato un contributo determinante, era anche un segnale forte contro la Buona Scuola. Con arroganza, Gentiloni e Co hanno voluto licenziare lo stesso le otto leggi delega che, nel loro insieme, completano il processo di distruzione della scuola della Repubblica, azzerando il diritto allo studio e smantellando definitivamente la qualità dell’Istruzione pubblica e statale, svilendo ancora una volta il ruolo e l’impegno dei lavoratori della scuola.
Perché risuoni un NO potente non solo alle deleghe, ma anche a meccanismi perversi e distruttivi studiati contro i lavoratori, come la chiamata diretta, l’assegnazione su ambito e non su scuola, il bonus docenti, la formazione fortemente orientata dall’alto e lesiva della libertà di insegnamento, la messa a regime dell’alternanza-scuola lavoro e degli Invalsi. Tutti stratagemmi che segnano la caduta irreversibile dell’autonomia didattica e il totale asservimento dei lavoratori al potere crescente dei dirigenti scolastici.
Perché si cominci a vedere la fine del più lungo blocco contrattuale di questa Italia, destinando i fondi del “merito”, della carta del docente e anche del fondo di istituto alla contrattazione nazionale per un aumento che garantisca a docenti e ATA il recupero non meno di quel 20% di salario perso.
Perché sia garantita l’assunzione su tutti i posti disponibili in organico di diritto e di fatto per i precari che vantano almeno 36 mesi di servizio.
Perché venga ampliato l’organico del personale ATA e ci sia l’eliminazione delle restrizioni nelle nomine dei supplenti.
Per dire NO anche allo stravolgimento della legge 104 e alla iperburocratizzazione del percorso di riconoscimento delle ore di sostegno, che sembra pensato apposta per impedire alle famiglie di vincere le cause contro il Miur nei tribunali, come è accaduto negli ultimi anni ogni qualvolta lo Stato non garantiva un numero sufficiente di ore di sostegno. Per questo la rete delle 65 associazioni di famiglie con persone con disabilità (oggi 101) ha aderito allo sciopero del 17 marzo. Nell’anno in cui ricorre il venticinquesimo anniversario della legge 104 non è possibile tacere e veder tornare indietro il nostro sistema scolastico.
Scioperare è necessario. Aderiamo allo sciopero e partecipiamo alla manifestazione a Roma. I lavoratori della scuola faranno sentire la loro risposta al Parlamento! Per il ritiro di tutte le otto deleghe.