“Le armi alla Polizia Locale? Solo uno spreco. Quello che occorre per migliorare la sicurezza è la prevenzione. Quindi maggiori pattugliamenti sul territorio, soprattutto nei quartieri”.
Massimo Riva, consigliere comunale e portavoce del Movimento 5 Stelle, ha le idee chiare sulla proposta di dotare gli agenti di Polizia Locale di Lecco di armi da fuoco. E non esista a sottolineare come sia un errore. Mentre la soluzione per migliorare la sicurezza a Lecco vada in tutt’altra direzione.
Lunedì prossimo approderà in consiglio comunale il tema “scottante” delle armi da fuoco per la Polizia Locale. Lei ha espresso forti perplessità sulla proposta. Cosa non la convince?
Alla luce delle recentissime novità emerse, riferite al fatto che ben 27 vigili abbiano firmato una lettera con la quale chiedono di non venire dotati di arma da fuoco, è necessario interrogarsi con maggior scrupolo sulla proposta.
Non mi convince il fatto che ad una legittima e concreta richiesta di sicurezza da parte della cittadinanza l’amministrazione risponda dotando i vigili urbani per un paio d’ore al giorno ed in casi eccezionali dell’arma da fuoco.
Se ci sono rischi oggettivi ed informative che segnalano concreti rischi di azioni terroristiche o di un possibile incremento dell’attività armata da parte della criminalità organizzata, ritengo che non sia la risposta idonea quella di dotare i vigili urbani di armi da fuoco.
La stazione Fs, la pista ciclabile del Bione negli ultimi mesi sono state teatro di spiacevolissimi episodi. Quali sono le azioni che dovrebbe intraprendere l’amministrazione comunale per garantire una maggiore sicurezza in questi luoghi?
Si dovrebbero investire maggiori risorse nel presidio fisico del territorio, incrementando i pattugliamenti a piedi e la presenza nei rioni periferici, oggi molto trascurati. Il sistema di telecamere volto a controllare il trafico veicolare o i veicoli “sospetti” dovrebbe venire esteso nelle zone più isolate della città.
Su Facebook ha espresso la sua posizione in ben due post.
Ha rimarcato come siano necessari maggiori fondi per Polizia e Carabinieri. L’attuale amministrazione e quella precedente hanno mai lavorato seriamente per ottenere più attenzione dallo Stato?
Se lo ha fatto evidentemente le richieste non sono state ascoltate. Basta controllare lo “status” degli equipaggiamenti ed il chilometraggio dei veicoli in dotazione alla Polizia per rendersene conto. Dal momento che la maggioranza in Consiglio Comunale fa capo allo stesso partito che ha la maggioranza al governo auspico una rinnovata e decisa richiesta al fine di ottenere maggiori fondi e risorse per Polizia e Carabinieri.
Ha anche sottolineato come occorrerebbe, soprattutto nei rioni, aumentare i pattugliamenti degli agenti di Polizia Locale, anche a piedi. C’è una scarsa attenzione da parte delle istituzioni nelle periferie?
Il pattugliamento a piedi o in bicicletta dei rioni cittadini dovrebbe diventare la “routine”. Attivarsi solo su chiamata o segnalazione anziché svolgere azione di prevenzione pone l’Amministrazione in costante ritardo nei confronti della tutela della sicurezza dei cittadini. La prevenzione attraverso il presidio del territorio è la prima arma di contrasto alla delinquenza che più da vicino ci colpisce.
Dotare la Polizia Locale di armi da fuoco sa molto di provvedimento spot. In questi ultimi anni, ci sono state proposte simili, più di slogan che di sostanza?
Due anni fa si decise di dotare di spray orticante la Polizia Locale. E’ stato utilizzato, fortunatamente, solo una volta. Questa dell’arma da fuoco la ritengo la risposta sbagliata ad un problema concreto ed un inutile sperpero di risorse pubbliche che potrebbero essere impiegate in maniera più proficua.
Tornando al consiglio comunale di lunedì, si preannuncia acceso e il partito di maggioranza è spaccato su questa proposta. Non le sembra che ci sia scollamento fra giunta e consiglio?
A me ancora oggi non è chiaro il perché di questa “giravolta” sul tema dell’arma da fuoco, dal momento che due anni or sono l’Amministrazione decise di non dotarne i vigili, benché la normativa prevedesse la facoltà (non l’obbligo) di farlo. A maggior ragione sono perplesso dopo che gli stessi vigili urbani hanno chiesto di non avere la pistola.
Lei in questi mesi ha caratterizzato la sua presenza tra i banchi del consiglio comunale per una particolare attenzione alle tematiche sull’affidamento del servizio idrico, sul teleriscaldamento, sui rifiuti. In che direzione sta andando la giunta Brivio su questi temi?
Mentre sul servizio idrico la Giunta Brivio ha preso una direzione diametralmente opposta a quella proposta dalla minoranza arrivando ad una vera e propria spaccatura tra le forze politiche cittadine, sul tema del teleriscaldamento e della gestione del ciclo dei rifiuti si è aperto un confronto che ha visto inserire nella delibera di affidamento a Silea delle linee di indirizzo volte ad attivare politiche di contenimento della produzione di rifiuti, in particolare del rifiuto indifferenziato che oggi inceneriamo, ad aumentare la percentuale di raccolta differenziata anche tramite potenziamento raccolta monomateriale e attivare nuove azioni di riciclo oltre che di recupero di materiali, prevedendo inoltre eventuali nuovi sistemi di tariffazione, in particolare la tariffazione puntuale.
Sul teleriscaldamento rilevo che gli apparenti entusiasmi iniziali frutto più di una campagna di marketing di Silea che non di una reale analisi degli scenari e prospettive in materia di produzione di rifiuti, dopo la delibera di dicembre si sono smorzati e ci si inizia ad interrogare sul fatto che quel progetto rischia di legarci indissolubilmente all’importazione di rifiuti da altri territori, vanificando le linee di indirizzo che il Consiglio Comunale ha dato. Oltre ovviamente all’enorme necessità di denaro pubblico legato ad un “revamping” (rinnovo) del forno, che implica rilevanti rischi finanziari per i comuni soci di Silea.
Infine, da consigliere comunale di opposizione come si relaziona con gli altri partiti di minoranza e con i tre candidati Sindaci sconfitti Negrini, Bodega e Anghileri?
Con tutti i consiglieri di minoranza c’è un confronto costante ed aperto. Non ho pregiudizi ideologici, di conseguenza analizzo le proposte che possono venire dai colleghi e le valuto senza i preconcetti legati a vecchi schemi superati. Sono dell’idea che se una proposta è meritevole di essere accolta e votata perché nell’interesse della collettività non ci si debba far condizionare dal “colore” del partito che la promuove.