Perego Strade, condanna confermata

Confermata la condanna per illecito di rifiuti. Due anni di carcere per Ivano Perego

26 Gennaio 2017
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Confermata in Corte d’Appello la condanna della Perego Strade per traffico illecito di rifiuti. Soddisfazione dal Circolo Ambiente Ilaria Alpi che segnala: “manca la valutazione dei danni ambientali in molte zone della Brianza”.

La Corte d’Appello di Milano ha confermato la condanna a due anni di carcere per Ivano Perego, titolare dell’impresa di Cassago Brianza, già condannato per aver aperto le porte dell’impresa edile di famiglia a membri della ’ndrangheta. Il processo di appello ha riguardato le accuse di traffico e smaltimento abusivo di rifiuti speciali da parte della Perego Strade in svariati cantieri tra cui: il nuovo Ospedale S. Anna di Como, il raddoppio ferroviario Carnate-Airuno, lo svincolo stradale a Lurago d’Erba e molti altri ancora ubicati nelle province di Lecco, Como e della Brianza.

Il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” si era presentato nel processo di primo grado (celebrato al Tribunale di Lecco) come unica parte civile, poiché le Istituzioni (Ministero dell’Ambiente, Regione, Comuni) non avevano avuto il coraggio di costituirsi come parti civili per il risarcimento dei danni ambientali causati dall’attività illecita della Perego Strade. A tal proposito, così ha scritto il Giudice del Tribunale di Lecco nella sentenza di primo grado a proposito della verifica dei danni ambientali: “In alcuni casi, come all’Ospedale di Como, i materiali analizzati erano quelli materialmente accessibili, ai margini degli edifici di nuova costruzione”. Tale affermazione attesta che solo analisi più approfondite sui materiali utilizzati nei sottofondi avrebbero permesso di verificare l’effettiva presenza di sostanze pericolose tra quelle depositate dalla Perego Strade.

Questo il commento di Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”, dopo la sentenza di appello: “Siamo soddisfatti per la conferma della condanna al titolare della Perego Strade – commenta Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”, dopo la sentenza di Appello -, che riprova il pesante contenuto della sentenza di primo grado che aveva evidenziato il comportamento illecito dei responsabili dell’impresa. Rispetto a tutta la vicenda, resta ancora incompiuta la reale valutazione dei danni ambientali, sui quali a nostro giudizio non sono state eseguite (da parte delle autorità preposte) verifiche più approfondite, finalizzate all’eventuale ripristino dell’inquinamento arrecato al sottosuolo da parte della Perego Strade. Nemmeno dal punto di vista del risarcimento economico è stata fatta una quantificazione dei danni ambientali, proprio in conseguenza della mancata costituzione di parte civile delle Istituzioni che avrebbero potuto richiedere il risarcimento dei danni perpetrati al territorio”.

In merito alla quantificazione del traffico illecito di rifiuti attuato dalla Perego Strade, il Circolo Ambiente rammenta alcuni dati emersi nel corso dell’inchiesta giudiziaria: “migliaia di tonnellate di scarti edili di diversa origine depositate senza autorizzazione nell’area della ex cementeria di Cassago Brianza; più di centomila metri cubi di macerie da demolizione provenienti da svariati cantieri (sparsi per la Lombardia), depositati dapprima a Cassago e poi portati in altri cantieri della zona, nel periodo che va dal 2008 al 2009. Dati questi che attestano il pesantissimo impatto sull’ambiente derivante dall’attività illecita della Perego Strade”.

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