Sabato nella sala consigliare di Ballabio si è tenuta una serata su un tema di particolare attualità: quello sull’omicidio stradale e sulle leggi che ne regolano la giurisdizione.
A illustrare l’argomento due ospiti d’eccezione come il giudice Ambrogio Moccia, presidente di sezione penale al Tribunale di Milano, e Paola Tarfani, psicologa e psicoterapeuta ballabiese. Ad allietare il confronto al pianoforte e alla viola il maestro Giuseppe Mazzoleni. Presenti in sala, tra gli altri, il sindaco Alessandra Consonni, il vice sindaco Giovanni Bruno Bussola e il capogruppo consiliare Domenico Scala.
Il magistrato Moccia ha inquadrato la questione mettendo in risalto alcune falle della recente normativa che prevede, “per chiunque cagioni per colpa la morte di una persona con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale, la reclusione da due a sette anni“. Pena innalzata da otto a dodici anni di reclusione per il guidatore che causi la morte altrui in stato di ebbrezza alcolica o di alterazione psico-fisica conseguente all’assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope.
Questa severità della legge, tuttavia, è solo apparente perchè prevede che chi si costituisce entro le 24 ore dall’omissione di soccorso non venga arrestato. Un particolare, che può indurre il conducente ebbro o drogato a non fermarsi dopo un incidente per poi presentarsi “spontaneamente” quando non sarà più possibile accertare la presenza nell’organismo di quelle sostanze che conferirebbero la colpevolezza rispetto al reato più grave.
La psicologa Paola Tarfani si è soffermata invece sugli aspetti psicologici della questione e sul tema della prevenzione. Alla fine del suo intervento, ha preso in esame il trauma psicologico conseguente ad omicidio stradale e i possibili percorsi psicoterapeutici.