Un progetto che, attraverso la tecnologia, vuole avvicinare giovani, adulti e anziani, le scuole e tutti i cittadini ai temi della legalità e della memoria, attraverso anche l’incontro tra diverse generazioni. Si tratta di MeMo – Memorie in movimento, percorso multimediale realizzato all’interno del Centro diurno per anziani Le querce di Mamre a Galbiate (via Caduti di Via Fani, 12), gestito dalla L’Arcobaleno, cooperativa sociale di Lecco appartenente al Consorzio Farsi Prossimo.
Insieme a Cinemovel Foundation, la cooperativa L’Arcobaleno ha pensato e ora propone un percorso interattivo per raccontare la storia di un territorio, dei suoi legami con la mafia, del riscatto sociale di una comunità che ha voluto riportare al centro la legalità. Non è un caso, quindi, che il percorso sia allestito proprio nel Centro diurno Le querce di Mamre, che ha sede in una palazzina che in passato è appartenuta a un capo clan della ‘ndrangheta e oggi è un “bene confiscato alla mafia” e riconvertito a uso sociale.
Oggi pomeriggio mercoledì 7 marzo, a partire dalle ore 17.30, si è tenuta l’inaugurazione del percorso multimediale MeMo con un convegno aperto al pubblico nella Sala Don Ticozzi. Al convegno sono intervenuti Lorenzo Frigerio, della Fondazione Libera Informazione, Augusta Schiera e Vincenzo Agostino, genitori dell’agente Antonino Agostino, vittima di mafia, Stefano Serenthà, medico geriatra esperto in patologie dementigene, e Leonardo Lenzi, teologo ed esperto in bioetica. A condurre la serata Katia Sala, giornalista di TeleUnica.
Cos’è il progetto MeMo – Memorie in movimento
Al centro del progetto c’è un immobile confiscato alla famiglia Coco-Trovato a metà anni ’90 e affidato nel 1999 all’amministrazione comunale di Galbiate. All’interno di questo spazio nel 2004 è stato inaugurato il Centro diurno integrato Le querce di Mamre, gestito dalla cooperativa L’Arcobaleno del Consorzio Farsi Prossimo, che oggi può accogliere fino a 40 persone anziane con problematiche di decadimento cognitivo e deficit della memoria.
Il centro Le querce di Mamre è oggi contemporaneamente una traccia tangibile della presenza della ‘ndrangheta a Galbiate, e al tempo stesso un esempio virtuoso di “buona pratica” resa possibile dalla legge 109 del 1996, la cosiddetta “Rognoni-La Torre”.
È qui che è stato allestito il progetto MeMo – Memorie in Movimento che, attraverso le potenzialità delle nuove tecnologie, ha l’obiettivo di proporre a studenti e insegnanti un nuovo modello di avvicinamento ai temi della legalità, della memoria, dell’incontro tra generazioni. La storia del bene confiscato, delle mafie al nord, del riscatto sociale di una comunità, dell’operato della cooperativa L’Arcobaleno e quindi i temi delle fragilità, della solidarietà, del rapporto tra passato e presente sono gli elementi più forti e
importanti di questo racconto interattivo, che vuole avvicinare a tematiche complesse ed essere stimolo per acquisire nuove conoscenze e nuovi modelli di cittadinanza attiva.
Il percorso con le scuole
Cinemovel ha coinvolto gli operatori della cooperativa L’Arcobaleno, gli ospiti del Centro diurno e i protagonisti della società civile nella produzione di un racconto collettivo e multimediale.
Le immagini in movimento diventano strumento e filo conduttore per avvicinarsi alle storie che il bene confiscato può raccontare ai giovani: immagini che vanno dalla voce di Algia, ospite del centro diurno che apre ai ragazzi la sua “scatola dei ricordi”, agli approfondimenti sulle mafie al nord di Carlo Lucarelli e dei giornalisti italiani proposti agli studenti grazie alla collaborazione con Teche Rai. Il percorso prevede che gli studenti interagiscano con i contenuti multimediali, ma soprattutto con gli anziani, memoria viva, ospiti del centro diurno.
«Con il progetto MeMo vogliamo favorire il dialogo tra generazioni, da un lato sollecitando i giovani sui temi della fragilità e dei bisogni dell’età anziana, dall’altro stimolandoli attorno alle tematiche delle mafie e della legalità. – così presenta il lavoro Renato Ferrario, presidente della cooperativa L’Arcobaleno. – Presentiamo questo progetto consapevoli che si tratta di un modello di lavoro che può essere replicato in tutta Italia, nei tanti luoghi confiscati alle mafie e riutilizzati con scopi sociali. Vorremmo diventare esperienza pilota per tanti altri che vogliono raccontare la propria storia di riscatto».
«Siamo da sempre vicini alla realtà del centro Le Querce di Mamre – spiega Giovanni Carrara, presidente del Consorzio Farsi Prossimo di cui la cooperativa L’Arcobaleno fa parte – Nel 2004 avevamo contribuito a promuovere l’operazione di recupero dell’immobile, un’operazione che ci era stata a cuore per il significato in termini di legalità, perché il nuovo centro diurno rispondeva ai bisogni di una fascia debole della popolazione, quella anziana, e perché da sempre abbiamo la missione di valorizzare le risorse dei territori e delle singole comunità in cui operano le nostre cooperative».
Questo percorso entra ora nella fase più operativa. A oggi hanno già partecipato al percorso, in una sorta di sperimentazione, 120 ragazzi provenienti dagli Istituti scolastici di Galbiate, Lecco, Casargo e Merate, mentre nei venerdì dei prossimi mesi sono programmate le visite di altri 200 alunni delle scuole elementari, medie e superiori.
«MeMo è il risultato di un percorso avviato da Cinemovel nel 2006, con le prime tappe di Libero Cinema in Libera Terra, il Festival di cinema itinerante contro le mafie – spiega Elisabetta Antognoni, presidente della Fondazione Cinemovel – Abbiamo alle spalle dodici anni di cinema itinerante sui beni confiscati, degli incontri vissuti lungo il cammino e di un agire di frontiera tra tradizione e innovazione, tra nuove tecnologie e comunicazione sociale. Dentro MeMo rientra l’esperienza di Schermi in Classe con cui dal 2011 sperimentiamo nuovi modelli di coinvolgimento per le scuole, facilitando l’avvicinamento ai temi e il confronto tra generazioni. L’obiettivo comune, con la cooperativa L’Arcobaleno e i partner del progetto, è dar voce a un bene confiscato, avviando un dialogo tra gli studenti del territorio e le storie di riscatto dalla violenza mafiosa».
Il progetto è promosso da Cooperativa L’Arcobaleno, ideato e realizzato da Cinemovel Foundation; con il sostegno di Consorzio Farsi Prossimo, Caritas Ambrosiana, Fondazione Comunitaria del Lecchese onlus, Fondazione Frassoni, Acel Service; in collaborazione con Libera Informazione, Rai Teche, RSI Radiotelevisione svizzera, Libera, Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, Comune di Galbiate; con il patrocinio di Rai Lombardia; con il contributo di Provincia di Lecco, Fondo Dino Monti, CPL di Lecco e Merate, Comunità Pastorale Santa Maria del Monte Barro.