L’Europa del futuro tra digitale, economia circolare e accessibilità

E’ ormai evidente che le sfide sempre più complesse non potranno essere vinte senza il digitale

17 Maggio 2019
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L’ultima tappa del “viaggio” in Europa di Confcommercio guarda al futuro digitale, all’economia circolare e alla accessibilità. Dopo avere analizzato le otto sfide politiche generali e le prime quattro politiche trasversali (sviluppo sociale e rigenerazione delle città; fisco e credito) contenute nel documento “Quale Europa vogliamo, per quale Europa lavoriamo” lanciato da Confcommercio Imprese per l’Italia, il presidente di Confcommercio Lecco Antonio Peccati analizza tre proposte che guardano appunto al futuro digitale, all’economia sostenibile e circolare e a una strategia integrata dell’accessibilità.

Sul primo punto il presidente parte da una considerazione: “E’ ormai evidente che le sfide sempre più complesse non potranno essere vinte senza il digitale. Il fenomeno di trasformazione in questa direzione ha generato un processo di ridefinizione di scenari, rapporti, regole e contesti, con impatti trasversali su tutti i settori produttivi, economici e sociali. Sarà cruciale che l’Europa, in continuità con quanto già fatto in questi anni, si faccia promotrice di iniziative che permettano ad imprese e cittadini di sfruttare appieno le opportunità che derivano da questo cambiamento. Ecco perché Confcommercio propone una serie di misure che permetterebbero di sfruttare appieno la transizione digitale come fonte o oggetto di business e come strumento di trasformazione dell’economia e della società”. In primis “è di fondamentale importanza lo sviluppo di una politica europea che ponga gli Stati europei nelle condizioni di competere da protagonisti e non da comprimari nello scenario dell’economia delle piattaforme”. Inoltre “serve lo sviluppo di una strategia che, ancora più che in passato, faccia della ricerca uno strumento di competitività aperto anche alle imprese più piccole, favorendo connessioni tra il mondo universitario e della ricerca e quello dell’impresa”. In questo contesto però è importante far sì che  “la rete diventi realmente accessibile in maniera diffusa abbattendo le barriere all’accesso esistenti”, riservando particolare attenzione a quanto avvenuto nel settore del turismo “dove si registrano forme di intermediazione concentrate in pochi soggetti, che hanno consentito l’affermarsi di offerte turistiche elusive delle discipline amministrative e fiscali e delle norme poste a tutela del consumatore”.

Per quanto riguarda invece l’economia circolare, Peccati sottolinea: “Come evidenziato dal documento nazionale, si tratta di una leva decisiva per il miglioramento della competitività, oltre che uno strumento per contribuire attivamente e costruttivamente alla lotta ai cambiamenti climatici. Certamente occorre un maggiore sforzo a livello europeo a partite dalla riciclabilità dei prodotti. In questo senso occorre individuare e applicare tariffe puntuali, premiali per le raccolte differenziate e proporzionate alla quantità di rifiuti conferiti”. E aggiunge: “Tra gli interventi che non vanno sottovalutati in questo approccio c’è quello di garantire approvvigionamenti economici e sostenibili. Occorre prestare attenzione affinché le politiche energetiche e ambientali si coniughino con il rilancio del sistema economico e consentano di ottenere benefici maggiori dei costi indotti per le imprese e le famiglie europee. La liberalizzazione dei mercati energetici si è finora tradotta in aumenti consistenti dei prezzi lordi dell’energia elettrica! Ecco perchè appare essenziale che l’Europa riduca lo svantaggio competitivo derivante dal differenziale dei prezzi e costi dell’energia rispetto alle altre aree economiche del mondo. La strada da proseguire è quella di consentire agli Stati, in deroga agli impegni vincolanti del rispetto di precisi parametri di indebitamento, di poter varare ingenti investimenti pubblici in tema di green economy e, in particolar modo, nel campo delle tecnologie per l’efficienza energetica”.

L’ultimo punto invece è quello relativo alla strategia integrata per l’accessibilità: “L’Europa ha realizzato uno spazio economico aperto ed integrato ed è il più grande esportatore al mondo di beni e servizi e anche il maggiore importatore con circa 80 Paesi partner.  D’altra parte, uno dei principi fondanti dell’Ue è la libertà di circolazione di persone, merci e servizi all’interno dei confini unionali. Accessibilità e libera circolazione sono, infatti, obiettivi distintivi dell’UE, ma entrambi non ancora pienamente attuati“. Per questo Confcommercio propone alcuni obiettivi strategici, che vanno dal rafforzare l’impegno dell’UE in favore della realizzazione delle reti di trasporto TEN-T, potenziandone la dimensione euro-mediterranea a cominciare dal completamento del Corridoio Mediterraneo e della Torino-Lione; introdurre un preventivo vaglio sulla accessibilità delle diverse misure settoriali; sviluppare una visione realmente continentale rispetto ad ambiziosi programmi di intervento nel settore varati da altri Stati; realizzare concretamente lo Spazio unico europeo dei trasporti, contrastando ogni forma di concorrenza sleale e dumping sociale nell’autotrasporto; perseguire la sostenibilità dei trasporti dal punto di vista ambientale, economico e sociale, ricercando le soluzioni più efficaci, efficienti e sostenibili attraverso il rinnovo del parco circolante secondo il principio della neutralità tecnologica.

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