La Consulta ritiene palesemente anticostituzionale la legge Maroni anti-moschee, impugnata dal Governo perché di fatto bloccava qualsiasi possibilità edificatoria di un luogo di culto islamico sul territorio lombardo.
Le quindici toghe hanno deciso all’unanimità, scardinando così una delle leggi volute con maggior forza dal governatore della Lega Nord.
Immediate le reazioni politiche: per Lara Comi, eurodeputata del PPE e coordinatrice di Forza Italia nel Varesotto, “la bocciatura della Legge regionale sulle moschee da parte della Consulta non cancella certo il problema dei centri di culto che divengono spesso vivai del fondamentalismo. La politica può girare la faccia dall’altra parte su temi come la sicurezza dei cittadini. La Legge regionale era un modo per intervenire su una emergenza gravissima, confermata da numerose inchieste, che investe direttamente anche Varese, Saronno e tutta la provincia. Servono subito strumenti di intervento alternativi, che incalzino le comunità islamiche sui temi della sicurezza e della trasparenza. Si arrivi al più presto ad nuova proposta di Legge regionale che recepisca le osservazioni della Consulta ma garantisca la serenità dei Lombardi che viene prima di tutto”.
Il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Eugenio Casalino replica invece così: ” La Corte Costituzionale ha bocciato la vergognosa legge regionale cosiddetta “anti moschee” di un anno fa voluta fortemente da Maroni e dalla Lega come presunta soluzione di sicurezza. Non ci voleva un esperto
per capire che quel testo violava in più punti la Costituzione Italiana sul diritto di culto, come ricordato in ben tre pareri dell’ufficio legislativo del consiglio regionale ed ignorato dalla maggioranza, così come la voce di ANCI Lombardia e delle undici confessioni religiose audite, compresa quella cattolica.
Insomma archiviamo finalmente una legge idiota e propagandistica che avrebbe prodotto solo problemi”.