Una celebrazione che ha unito tutti i cittadini, senza differenze politiche. La fiaccolata per commemorare la tragedia delle Foibe a Lecco è stata un momento di grande coinvolgimento per la città, senza steccati ideologici e con la partecipazione delle istituzioni.
Erano presenti e sono intervenuti: Flavio Polano, presidente della Provincia di Lecco, il sindaco Virginio Brivio, il prevosto di Lecco, Monsignor Franco Cecchin, Simone Galimberti, membro del Comitato 10 Febbraio, e Roberto Stanzione rappresentante dell’associazione degli esuli.
Erano presenti anche il sindaco di Abbadia Cristina Bartesaghi e di Civate Baldassare Mauri, l’assessore del comune di Lecco Salvatore Rizzolino ed i consiglieri Filippo Boscagli, Cinzia Bettega e Giovanni Colombo.
Il corteo è partito dalla piazza del Comune e la fiaccolata ha attraversato la città sino a giungere sul lungolago Martiri delle Foibe.
Il sindaco ha sottolineato come costruire una memoria condivisa non possa prescindere dal ricordo di questa tragedia.
Polano ha ricordato come questi fatti non vadano strumentalizzati, ed anche oggi assistiamo ad un esodo di profughi.
Galimberti ha ricordato di come per troppi anni tanti siano stati complici di un silenzio vergognoso.
Cecchin ha parlato di accoglienza allora come oggi.
Stanzione ha ricordato che in Italia vennero accolti malissimo e che alla stazione di Bologna gli operai comunisti versarono il latte sui binari pur di non darlo ai figli dei profughi. Inoltre ha precisato che loro profughi percepivano anche allora una indennità, come i profughi di oggi, ma non dormivano negli alberghi, ma nelle caserme vuote. E che la diaria dello Stato italiano era talmente bassa che vi si poteva comprare mezzo chilo di pane. Mentre oggi i profughi ricevono una diaria per comprarsi due chili di pane.
La manifestazione si è conclusa con l’inno nazionale.