Sono state pubblicate le statistiche demografiche relative al 2016 per il Comune di Lecco.
Da quello che emerge, la popolazione cittadina si mantiene stabile rispetto agli anni precedenti tanto che rispetto al 2015 i residenti sono saliti solo di 132 unità. Dal 2007 ad oggi anche la percentuale di maschi e femmine è rimasta pressoché invariata: intorno al 47% il dato maschile e 52% il dato femminile.
Per quanto riguarda il movimento della popolazione, tra trasferimenti sul suolo cittadino (immigrazione) e trasferimenti verso altre mete (emigrazione), le tabelle mostrano dal 2006 al 2016 un andamento abbastanza altalenante. Nel 2016 1910 persone si sono trasferite a Lecco e 1576 hanno lasciato la città e i nuovi residenti provengono da altri comuni della provincia (711), da altre province italiane (668) e dall’estero (531). Le emigrazioni, invece, sono per la maggior parte dirette verso altri comuni della provincia e del nord Italia.
I residenti stranieri (sia comunitari che non comunitari) sono in tutto 4986, soprattutto di origine africana (Marocco, Senegal, Costa d’Avorio). I rumeni, invece, sono quelli più rappresentati guardando ai cittadini della Comunità Europea.
Aumentano le famiglie composte da una sola persona e si vede un generale invecchiamento della popolazione.
“Il dato che ci fa essere più attenti come Amministrazione è il numero dei componenti dei nuclei famigliari: su 21.638 famiglie, 8.139 sono nuclei con un solo componente, 6.254 le coppie – commenta Anna Mazzoleni, assessore ai Servizi Istituzionali del Comune di Lecco -. Se incrociamo questi dati con le classi di età e lo stato civile, si può desumere come il tessuto demografico lecchese stia progressivamente cambiando negli ultimi anni. I numeri ci dicono che il ricambio generazionale è molto rallentato: i nuclei monoparentali aumentano e sempre più tendono a coincidere con le fasce di età più alte. Scenario quindi sensibile a tanti fenomeni problematici, quali la solitudine degli anziani, la difficoltà nel trovare un supporto di aiuto domestico e non solo; la necessità di rimodulare i servizi offerti ai cittadini è un’altra delle grandi sfide alla quale è chiamata l’Amministrazione, insieme a tutti gli altri enti pubblici con i quali condivide la responsabilità del progettare a lungo termine le strategie assistenziali“.