Se ieri a parlare è stato il segretario della CGIL di Lecco Catello Tramparulo in merito allo scontro tra il sindacato e il Comune riguardo ai lavoratori, oggi è arrivata la replica dell’amministrazione comunale nelle persone del sindaco di Lecco Virginio Brivio e del segretario generale del Comune di Lecco Sandro De Martino.
La replica del sindaco:
“Da parte mia e della Giunta c’è piena fiducia non solo nell’operato del segretario generale Sandro De Martino, ma dell’intera delegazione trattante, impegnati nell’analisi di diversi temi che interessano i lavoratori del Comune di Lecco – commenta il sindaco di Lecco, Virginio Brivio – Il segretario generale non è infatti l’unico a sedere ai tavoli di confronto aperti con i rappresentanti delle sigle sindacali, ma d’altra parte come potrebbe saperlo il signor Tramparulo che non si presenta alle riunioni, salvo poi spendere fiumi d’inchiostro su quanto riferito dai colleghi. La prima cosa che il signor Tramparulo dovrebbe fare a tutela dei lavoratori da lui rappresentati è quanto meno essere presente ai momenti di confronto, parlare vis à vis con i propri interlocutori anziché accusarli di poca trasparenza e atteggiamenti antisindacali. Risulta poi quanto meno stridente il fatto che sia solo il rappresentante della CGIL a ravvisare questi attacchi da parte del segretario generale, mentre le altre sigle sindacali si trovano d’accordo con le posizioni sostenute dalla delegazione trattante e dal segretario generale. Ricordo inoltre che, nonostante questi continui attacchi mediatici che hanno il solo merito di mettere in luce il signor Tramparulo proprio nel delicato momento delle elezioni della RSU del Comune di Lecco, il clima in questi ultimi mesi si è particolarmente disteso sia con i rappresentanti sindacali sia con i lavoratori, che abbiamo avuto recentemente modo di incontrare direttamente in due assemblee. Nell’ultimo anno, in particolare, sono stati adottate diverse misure, alcune molto attese e addirittura anticipate rispetto alle scadenze previste, tra cui il contratto decentrato e il riconoscimento in termini monetari della produttività”.
La replica del segretario generale del Comune di Lecco:
mi spiace dover riscontrare una strumentale interpretazione e divulgazione di quanto detto e fatto in varie circostanze nell’ambito degli incontri sindacali svolti in questi ultimi giorni dove, per inciso, non ho avuto l’occasione e l’opportunità di poterLa incontrare direttamente.
Comunque, tengo a precisare e sottolineare che mai si è interferito né si è inteso influenzare in alcun modo le legittime prerogative e dinamiche sindacali tanto è vero che l’Amministrazione comunale ha serenamente preso atto dell’esito della consultazione effettuatasi tra i lavoratori lo scorso 26 marzo.
Tale indiscusso ed indiscutibile modello democratico è il medesimo per il quale il sottoscritto, come numerosi, preparati e molto più autorevoli commentatori, esperti in materia, ha espresso perplessità e dubbi sulla concreta e piena applicazione del nuovo CCNL di comparto che ridisegnapositivamente molti istituti contrattuali ma, tuttavia, non stanzia (o, talvolta, più semplicemente non sblocca e/o non autorizza) le necessarie risorse per compiere un vero salto di qualità ed in avanti per i livelli di contrattazione decentrata e per la retribuzione accessoria dei dipendenti pubblici. In tale ottica, pertanto, e come si è avuto modo di illustrare a più riprese, si è elaborata una proposta basandosi sul buon senso e nell’ottica di operare a favore dei dipendenti del Comune di Lecco. Se tale azione e le connesse considerazioni vengono lette come un attacco o come una derisione della piattaforma contrattuale nazionale o, addirittura, come una sorta di manovra intimidatoria o terrorizzante nei riguardi di chicchessia, ne sono davvero stupito e me ne rammarico profondamente poiché non era certo questa l’intenzione; naturalmente, una simile errata interpretazione, dipende soltanto da una lettura – come già detto – infondata e strumentale che distorce, in maniera forse malevola, la percezione della realtà.Proprio a tal riguardo, invece, appaiono, almeno allo scrivente, fortemente minatori e minacciosi il tono ed i modi usati (e che si intendono usare nel futuro), riportati nella parte finale della Sua nota e che, veramente, e per l’ennesima volta, mi lasciano esterrefatto dato che mai nessuno (e di certo non il sottoscritto), in questi mesi, ne ha utilizzati di simili, sia durante gli incontri avuti, che anche al di fuori degli stessi.
Ad ogni modo, sono sicuro – almeno per quanto riguarda il sottoscritto – che tali circostanze non incideranno sulle future relazioni sindacali.