E’ stata portata in Commissione Attività Produttive alla Camera la proposta di legge che intende disciplinare gli orari degli esercizi e limitare le aperture nei giorni festivi alle sole domeniche del mese di dicembre, oltre ad altre quattro domeniche o festività durante l’anno. Il disegno di legge punta infatti ad abrogare i due articoli che hanno liberalizzato le aperture dei negozi e in particolare l’articolo 31 del cosiddetto “Salva Italia” varato dal governo Monti, che aveva introdotto su questo fronte la massima autonomia da parte degli esercizi. Il nuovo testo reintroduce la chiusura domenicale obbligatoria e affida a Comuni e Regioni il compito di determinare il nuovo quadro delle regole, fissando un numero massimo di aperture straordinarie.
“Il fallimento della liberalizzazione delle aperture voluta da Monti è da tempo sotto gli occhi di tutti – sottolinea il presidente di Confcommercio Lecco, Antonio Peccati – La deregolamentazione, che in teoria doveva dare benefici per tutti, operatori e consumatori, ha in realtà portato soprattutto risultati negativi: da un lato i consumi non sono cresciuti in modo vorticoso come millantava la grande distribuzione perché, come era ovvio e come Confcommercio aveva sempre detto, questi si sono semplicemente spalmati su 7 giorni, dall’altro soprattutto i negozi di vicinato e le piccole botteghe hanno sofferto e i numeri delle chiusure in Italia, e anche nel Lecchese, sono emblematici. Ecco perché siamo favorevoli a rivedere la norma sulle aperture: Confcommercio Imprese per l’Italia è sempre stata d’accordo su una revisione anche in occasione della discussione che si era aperta nella passata legislatura”. Poi aggiunge: “Come Confcommercio auspichiamo che ci sia una fase di dialogo e di ascolto per affrontare il tema nel merito, evitando gli errori del passato, con l’obiettivo di tenere insieme le esigenze di servizio dei consumatori, la libertà delle scelte imprenditoriali e la giusta tutela della qualità di vita di chi opera nel mondo della distribuzione commerciale. Così come è chiaro che servirà attenzione maggiore e più flessibilità per le realtà turistiche”.