“Diamoci un’altra chance: quale giustizia?” – Dal 27 marzo al 6 aprile nel cortile del palazzo comunale la mostra APAC e un’installazione sulla realtà carceraria.
Conferenza stampa di presentazione: mercoledì 27 marzo ore 16, sala consiliare.
Inaugurazione, ore 17.
Il senso dell’iniziativa
I reati e i crimini rompono il patto sociale di convivenza, generano allarme, paura e senso di insicurezza nella comunità e chiedono risposte efficaci.
Le risposte che conosciamo spesso lasciano soli i rei, alle prese con l’espiazione di una pena che non serve a prevenire la recidiva, ma lasciano sole soprattutto le vittime, dirette e indirette, con le loro sofferenze e i danni prodotti dal crimine che hanno subito. E lasciano soli i cittadini con le loro paure, insicurezze e un desiderio di giustizia che a volte si trasforma in desiderio di vendetta e in odio.
L’attesa e a volte la pretesa di una risposta di giustizia forte, certa e risolutiva che ristabilisca l’ordine sociale è quasi sempre identificata con la reclusione: al male del crimine si risponde con il male della pena in carcere, convinti che questo raddoppio del male possa generare il bene per chi ha commesso il reato, con la chiusura in carcere; per chi ha subito il reato, con il sentirsi ripagato del male ricevuto; per la società con il sentirsi anch’essa ripagata e rassicurata per il futuro.
Ma la pena detentiva non riesce quasi mai a rieducare il reo e meno ancora a prevenire la recidiva. Spesso è un tempo vuoto in cui le persone detenute si deresponsabilizzano rispetto alle conseguenze del reato e coltivano un senso di rancore sociale che favorisce un ulteriore coinvolgimento nel mondo criminale.
Le domande sfidanti
È possibile immaginare una giustizia che si prenda cura di tutte le parti: vittime, rei e comunità?
Una giustizia capace di proporre progetti esigenti, in grado di promuovere la responsabilizzazione e la riparazione da parte dei rei verso le vittime e la comunità?
E al contempo capace di mantenerli inclusi nella compagine sociale a garanzia della sua tenuta in sicurezza e dell’ordine sociale?
Una giustizia capace di accogliere, ascoltare, riconoscere i bisogni delle vittime offrendo loro le opportunità per andare oltre l’esperienza di vittimizzazione?
E anche capace di coinvolgere la comunità nella costruzione di percorsi impegnativi che ricostruiscano il legame fiduciario spezzato attraverso una prossimità che promuova responsabilizzazione e riparazione?
A queste domande che ci muovono e che vorremmo proporre alla città di Lecco, cercheremo di rispondere attraverso un’iniziativa di largo respiro proposta da un’ampia rete di istituzioni, enti, associazioni e realtà sociali, che si realizzerà nella nostra città dal 27 marzo al 6 aprile 2019. Essa prevede una mostra e un’installazione aperte al pubblico nel cortile del palazzo comunale di piazza Diaz; e inoltre alcuni momenti di incontro e riflessione sui temi della giustizia e della pena rivolti alla cittadinanza, ai giovani, alle scuole, e agli operatori e ai volontari del settore.
La mostra APAC
La mostra racconta la trentennale esperienza brasiliana basata sul modello di carcerazione “alternativo” gestito dall’APAC (Associazione di Protezione e Assistenza ai Condannati) esperienza che, a partire dalle consapevolezza delle condizioni di violenza estrema e recidiva altissima delle carceri brasiliane, si è misurata con il tentativo di recupero, riabilitazione e reinserimento sociale di molti condannati attraverso strutture gestite, in convenzione con le istituzioni regionali e locali, da volontari, personale amministrativo e dagli stessi detenuti.
Una scommessa che propone prima di tutto uno sguardo nuovo su chi è in carcere: uno sguardo che crede alla possibilità del cambiamento personale, condannando il crimine, ma salvando la persona. All’interno di questa esperienza i tassi di recidiva sono stati abbattuti dell’85%.
L’installazione Extrema Ratio
L’installazione è un progetto di Caritas Ambrosiana. Si propone come un percorso esperienziale che permette alla cittadinanza di fermarsi a riflettere sulle gravi condizioni in cui versa la gran parte delle carceri italiane.
Viene installata una cella di otto metri quadri, realizzata da detenuti nella falegnameria del Casa di Reclusione di Bollate.
Intorno e dentro la cella si attiva un “gioco di ruoli”, in cui alcuni “esperti” interpretano gli agenti penitenziari e cittadini visitatori, in gruppi di sei, si fanno volontariamente arrestare e rinchiudere nella cella, non per mesi o anni, ma per soli cinque minuti. Pochi minuti per capire che, nonostante l’articolo 27 della Costituzione, la cella rappresenta la negazione dello spazio e del tempo, dell’intimità personale, della possibilità di scelta e infine della dignità stessa delle persone.
Al termine dell’esperienza di “reclusione” i cittadini e i giovani possono condividere con operatori e volontari formati le riflessioni, i dubbi e gli interrogativi sorti durante l’esperienza.
Le Conferenze
Venerdì 29 marzo, ore 21 – Auditorium Casa dell’Economia (via Tonale 30 – Lecco)
Giustizia e Pena: punire o riabilitare e riparare?
Si riflette sul carcere, sulle pene alternative e sulla giustizia riparativa con:
- Luciano Violante, ex-magistrato, docente ed ex presidente della Commissione Antimafia e della Camera dei Deputati
- Francesco Maisto, Presidente emerito del Tribunale di Sorveglianza di Bologna, ha legato il suo nome alla legge Gozzini
- Adolfo Ceretti, docente all’Università di Milano Bicocca, criminologo, tra le voci più autorevoli in materia di Giustizia Riparativa in Italia.
Sabato 30 marzo, ore 9.15 – Sala Don Ticozzi (via Ongania 4 – Lecco)
Ritessere strappi: ragazzi che sbagliano, comunità che responsabilizzano
Si riflette sul rapporto tra minori e giustizia con:
- Giuseppe Centomani, Direttore del Centro per la Giustizia Minorile di Bari, sociologo, con una lunga esperienza come educatore nelle carceri minorili
- Don Claudio Burgio, fondatore dell’Associazione Kayros Onlus Minori, Comunità e Famiglia e Cappellano dell’Istituto Penale Minorile Cesare Beccaria di Milano).
Sabato 30 marzo, ore 15 – Sala Don Ticozzi
Per una comunità che rende giustizia, per una giustizia che rende comunità
Si riflette sul rapporto tra cittadinanza e giustizia e sulla promozione di comunità e città riparative con:
- Ivo Lizzola, docente di Pedagogia Sociale e della Marginalità presso l’Università degli Studi di Bergamo, esperto di pedagogia penitenziaria
- Bruna Dighera, psicologa giuridica e psicoterapeuta, Tavolo per la Giustizia Riparativa di Lecco.
La rete proponente
• Comune di Lecco
• Associazione Comunità Il Gabbiano Onlus
• Associazione Dinamo Culturale
• Associazione Volontari Caritas Lecco
• Associazione di Promozione Sociale L’Altra Via
• Camera del Commercio
• Caritas Ambrosiana
• Caritas Decanale di Lecco
• Casa Circondariale di Lecco
• Centro Culturale A. Manzoni
• Centro Culturale San Nicolò
• Centro di Promozione della Legalità di Lecco
• Centro Provinciale Istruzione Adulti
• Centro Servizi per il Volontariato (CSV) di Monza-Lecco-Sondrio
• Confcommercio Lecco
• Compagnia delle Opere
• Comunità di Via Gaggio – Casa sul Pozzo
• Cooperativa Sociale C.R.A.M.S.
• Ordine degli Avvocati di Lecco
• Società Cooperativa Sociale L’Arcobaleno
• Tavolo per la Giustizia Riparativa di Lecco
• Tribunale di Lecco
• Ufficio Esecuzione Penale Esterna di Como – Ministero della Giustizia.
Il servizio guida alla mostra e all’installazione è realizzato dagli student della classe 3^ B del Liceo Scienze Umane dell’IIS G. Bertacchi di Lecco.
L’iniziativa ha inoltre il sostegno della Provincia e della Camera di Commercio di Lecco e il supporto economico di diversi sponsor (fra i quali Fondazione Don Giovanni Brandolese, Ordine degli avvocati, Compagnia delle Opere, Banco BPM, privati cittadini ecc.).
Orari e visite mostra e installazione
Da lunedì a venerdì, 9 – 12.30 e 14 – 17.30
Sabato 9.30 – 12.
Palazzo comunale, piazza Diaz 1 – Lecco
Per la visita a Extrema Ratio e alla mostra APAC è gradita l’iscrizione online (soprattutto per gruppi da 6 o più persone).
Per ulteriori informazioni rivolgersi a:
Simona Carozzi, operatrice CSV, tel. 328 8795784.