Cinque condanne e sedici assoluzioni: il processo Tenacia-Infinito aveva sollevato il coperchio sul calderone del traffico illecito dei rifiuti speciali gestito in Lombardia con l’appoggio della criminalità organizzata.
Anche la Perego, società di Cassago Brianza, era finita nel mirino degli inquirenti e il suo titolare Ivano Perego era stato condannato a due anni, da unire ai 10 anni e 11 messi per concorso esterno con la ‘ndrangheta. Le motivazioni della sentenza sono emerse in questi giorni: l’azienda brianzola operava con sistematicità in un pratica illegale e pericolosa, trattando nel proprio capannone i rifiuti derivanti da scavi e demolizioni per trasformali in materiali poi riutilizzati dalla stessa impresa o addirittura commerciati. Il quantitativo è definito “ingente”.