7500 nuovi posti di lavoro in provincia nel primo trimestre 2019

A cercare nuovo personale sarà il 21,3% delle aziende con almeno un dipendente

23 Gennaio 2019
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Nel 1° trimestre 2019 le imprese della provincia di Lecco prevedono di effettuare 7.500 assunzioni: a cercare nuovo personale sarà il 21,3% delle aziende con almeno un dipendente. Nella nostra regione i nuovi posti di lavoro saranno quasi 260.000, e a livello nazionale supereranno quota 1.150.000.

Questi dati emergono dall’indagine Excelsior sulle previsioni di assunzione, svolta mensilmente dalle Camere di Commercio (per le imprese oltre 50 addetti) e da Infocamere tramite l’invio di questionari online e interviste telefoniche. L’indagine è coordinata a livello nazionale da Unioncamere, in accordo con l’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (ANPAL), il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. I dati raccolti sono a “scorrimento”: ogni mese vengono richieste alle aziende del territorio le previsioni occupazionali del trimestre successivo.

Nel 1° trimestre 2019, il 56,9% delle assunzioni di aziende lecchesi si concentrerà nel comparto industriale (4.270 nuovi contratti, di cui 390 riguarderanno le costruzioni). Rispetto all’indagine precedente (relativa al periodo dicembre 2018-febbraio 2019) continua il calo della quota di nuovi ingressi nel terziario (dal 45,5% al 42,6%). In particolare, le nuove assunzioni previste saranno 850 nel commercio; 590 nel turismo; 1.790 negli altri servizi.

Nel mese di gennaio 2019, sulle 3.190 assunzioni programmate dalle imprese lecchesi la quota con contratto a tempo indeterminato cala al 32,4% (a dicembre era del 35,4%); Lecco scende dal primo al settimo posto tra le province lombarde (precedendo Pavia, Bergamo, Como, Brescia e Sondrio). La quota delle nuove assunzioni a tempo indeterminato previste a gennaio è inferiore sia alla media lombarda che a quella nazionale (rispettivamente 36% e 33,9%). Rispetto a dicembre, rimane pressoché stabile la quota dei contratti di apprendistato (dal 7,3% al 7,2%), dato che si conferma superiore alla media lombarda e italiana (rispettivamente 5% e 6%). Tornano a salire i contratti a tempo determinato (dal 51,6% al 58,3%, valore superiore alla media regionale, 55%, ma inferiore a quella nazionale, 57,4%).

Diminuisce notevolmente la quota di assunzioni con altre forme contrattuali (dal 6% di dicembre al 2% di gennaio, valore inferiore a quelli lombardo e italiano, che si attestano entrambi intorno al 3%). Le assunzioni “stabili” si concentrano soprattutto nelle “costruzioni” (48,4%), nel “manifatturiero” (36,8%) e nei “servizi alle imprese” (34,6%): viceversa, “servizi alle persone”, “turismo” e “commercio” ricorrono maggiormente al tempo determinato (rispettivamente 72,8%, 69,5% e 57,7%). Si mantiene elevato, anche se in deciso calo, il ricorso ad altre forme contrattuali nel “turismo”.

Il 59,6% delle entrate programmate a gennaio riguarda imprese lecchesi con meno di 50 dipendenti; il 25,1% medie imprese; il 15,7% realtà imprenditoriali oltre 250 addetti.

Rispetto a dicembre, sale la quota di assunzioni riservate a figure “high skill” (dirigenti, specialisti e tecnici, dal 20,8% al 23,9%): ciononostante il valore è inferiore sia alla media regionale (30,1%) che a quella nazionale (26%) e la nostra provincia perde una posizione nella classifica regionale rispetto a dicembre, posizionandosi al settimo posto (preceduta da Milano, Monza, Varese, Pavia, Como e Bergamo).

Rispetto al mese scorso torna a salire la quota di assunzioni destinate a personale laureato (dal 13,2%, al 13,9% di novembre); la percentuale del nostro territorio, tuttavia, risulta inferiore sia alla media regionale (17,6%, in crescita rispetto al 15,6% di dicembre) che a quella nazionale (anch’essa in aumento dal 12,8% al 15,5%).

Lecco si posiziona al quinto posto in Lombardia (era sesta), dietro a Milano, Monza, Pavia e Como (rispettivamente 24%, 17%, 14,6% e 14,2% dei nuovi ingressi previsti a gennaio). In crescita anche la quota delle assunzioni che riguarderà diplomati (dal 69,1% al 71,4%: il 39,6% con diploma di scuola media superiore e il 31,8% di Istituto professionale), mentre cresce quella di risorse umane che hanno solo assolto all’obbligo scolastico (dal 17,9% al 18,5%)6; per quest’ultimo aspetto Lecco recupera comunque tre posizioni nella graduatoria delle province lombarde posizionandosi al secondo posto, dietro solo a Milano (13,6%).

Tra i profili maggiormente richiesti dalle nostre imprese spiccano soprattutto figure a media e bassa specializzazione, con la sola eccezione dei “tecnici in campo informatico e ingegneristico e della produzione” (190 nuovi ingressi previsti a gennaio); tra le figure più ricercate troviamo infatti “operai nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche” (690 nuove assunzioni), “personale di amministrazione, di segreteria e dei servizi generali” (240 persone) e “tecnici delle vendite e del marketing e della distribuzione commerciale” (240 nuovi ingressi).

Rispetto a dicembre, torna a diminuire la quota delle assunzioni programmate che interesserà giovani con meno di 29 anni (dal 35,5% al 30,6%) e a livello regionale la nostra provincia scende dalla seconda alla quinta posizione dietro a Sondrio, Cremona Milano e Bergamo (rispettivamente 33,6%, 32,5%, 31,3% e 31,1%); comunque il valore lecchese rimane superiore alla media nazionale e in linea con quella regionale (rispettivamente 29,1% e 30,7%, anch’esse in diminuzione rispetto alla scorsa indagine). Per alcune famiglie professionali la quota di “under 29” è particolarmente consistente:“area produzione di beni ed erogazione del servizio” (29,1%, pari a 450 figure) “aree tecniche e della progettazione” (31,8%, pari a 160 persone) e “aree commerciali e della vendita” (25,7%, pari a 120 unità).

Altro focus dell’analisi concerne le figure professionali di difficile reperimento. La loro quota, pur restando consistente, risulta in diminuzione rispetto al mese di dicembre (dal 37,7% al 36,3% di gennaio); il dato si conferma però superiore sia alla media regionale che a quella nazionale (entrambe pari al 31%); pertanto, le nostre imprese continuano a manifestare, in media, maggiori difficoltà a reperire personale specializzato. Il fenomeno è particolarmente sentito per determinate famiglie professionali: “area produzione di beni ed erogazione del servizio” (30%, pari a 460 figure), “aree tecniche e della progettazione” (54,3%, pari a 280 figure) e “aree commerciali e della vendita” (49,9%, pari a 230 unità). In particolare, le difficoltà di reperimento riguardano ben il 47,6% dei 440 laureati ricercati dalle imprese lecchesi: le motivazioni addotte dalle stesse sono in primis la scarsa preparazione dei candidati (17,1%) e il loro ridotto numero (16,4%).

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